Lo stragismo ed il comunismo in Italia secondo Blaise 2004

PILLOLO 1596, 2014, agosto

Molti storici sono d’accordo nel definire l’assassinio di Falcone

e Borsellino del 1992 e le stragi di Roma, Firenze e Milano del 1993

non solo come stragi di mafia, nel senso che, anche se sono state compiute

da uomini della mafia, sono state decise molto più in alto.

E c’è anche qualcuno, ed io sono uno di questi, il quale ritiene

che la mente che ha deciso le stragi del 1992-’93 è la stessa

che è stata dietro alla strategia della tensione iniziata nel 1969 a Milano

con la strage di piazza Fontana.

Questa mia è una valutazione storico-politica che non è surrogata

da nessun processo ma questo dato di fatto è il primo punto

da cui essa parte, nel senso che, se i mandanti di questo stragismo

non sono stati individuati, ciò sta a significare che erano molto potenti.

Oltre a questo va preso atto che l’obiettivo dello stragismo

iniziato nel 1969 e terminato nel 1993 è sempre stato lo stesso

e cioè quello di mettere in evidenza la debolezza dello Stato democratico

ed allo stesso tempo la forza dei ceti sociali antidemocratici,

come ad esempio i mafiosi.

E se l’Italia si è in qualche modo salvata, lo deve principalmente

al Partito comunista italiano ed alla Sinistra italiana le quali

hanno sempre condannato questo stragismo e non si sono approfittate

della debolezza dello Stato italiano per raggiungere quel potere

da cui erano state sempre escluse.

BLAISE2004