#società Femminicidi in assenza di Stato

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Era un’oncologa, aiutava gli altri a guarire, a vivere. Aveva due figli di undici e sedici anni. E aveva denunciato, due volte. Ma nulla è stato fatto. E oggi, il suo stalker, l’ha sgozzata. Colpi alla gola e al petto e l’ennesimo femminicidio si è compiuto. Denunciate, dicono, denunciate. E a che pro? Di recente sono stati condannati i due magistrati che non presero in considerazione le dodici denunce di Marianna Manduca contro il marito, che poi la uccise. Esiste imperizia, esiste sottovalutazione del pericolo. Denunciate, dicono, denunciate. Ma se poi non si agisce subito con una condanna e la galera, se poi il persecutore non si ferma, se poi, quasi sempre, ti rimandano nella stessa casa a vivere con l’uomo che hai denunciato, a cosa serve?

Emanuela Pippi Ferraro

1 commento

  • taniapizzamiglio taniapizzamiglio ha detto:

    grazie per la sensibilità al tema. So che non serve a nulla perchè non risolve un bel niente, ad ogni modo, quando ho provato a denunciare la mia situazione e la persona che ledeva la mia incolumità mi sono trovata umiliata, messa in maggiore pericolo e rischio, ho subito violenza psicologica e derisione, non è stata presa in considerazione per nulla la mia non sicurezza quotidiana, e come ulteriore schiaffo morale, etico, fisico, è stato rafforzato ed appoggiato nel suo intento proprio la persona pericolosa. che dire, vivo alla giornata, senza tutele, diritti e certezze, senza nulla, sapendo solo che il mio tempo è contato. Libero, egli quando vuole può agire indisturbato, dove e come vuole.
    grata ancora
    un abbraccio alle donne vittime di tante forme di discriminazione e abuso e violenza
    eppure anche gli uomini che uccidono sono nati da donna, difficile accettare poi atteggiamenti contro la vita altrui


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