Achille ed Aiace che giocano a dadi

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Achille

 

 

 

 

L’anfora di tipo A con Achille e Aiace conservata al Museo Gregoriano Etrusco (n. inv. 344) reca la doppia firma “fatto e dipinto” sul labbro, e la firma di Exekias come vasaio è ripetuta sul corpo. I due eroi nel mezzo di una battaglia sono rappresentati assorti in un gioco da tavolo, qualcosa di simile a dama, scacchi, backgammon o, secondo altri, dadi o astragali. È un soggetto inedito dell’iconografia omerica, un’originale creazione dell’artista che non trova riscontro in alcun testo letterario. Il tema, con qualche variazione, diventerà popolare nella ceramica dell’inizio del quinto secolo e sarà riprodotto anche in un gruppo scultoreo dell’acropoli di Atene.[8] I due eroi sono in parte armati, Achille indossa l’elmetto corinzio che forma l’apice di un modulo sostanzialmente triangolare, quello di Aiace è appoggiato allo scudo. Sullo scudo di Achille l’emblema è una testa di satiro in alto rilievo, tra un serpente e una pantera, lo scudo di Aiace ha un gorgoneion tra due serpenti. Aiace ha la barba più lunga rispetto al più giovane Achille. Il virtuosismo incisorio profuso da Exekias in questa scena, rappresenta, per John Beazley, il vertice ineguagliabile raggiunto dalla ceramografia a figure nere[9].

Sull’altra faccia dell’anfora un giovane Castore è rappresentato con uno dei suoi cavalli, Kyllaros; l’altro dioscuro, Polluce, è rappresentato nudo mentre gioca con il cane che salta verso di lui. Un ragazzino si dirige verso Polluce portando una sedia sulla testa, con un indumento ripiegato su di essa; un ariballo è legato intorno al suo avambraccio. Vicino a Castore troviamo le figure dei genitori Leda e Tindaro.

Quest’anfora appartiene al periodo maturo di Exekias, ormai lontano dal Gruppo E. Le rigidità ancora presenti nel vaso di Londra B 210 sono ormai tradotte nella calma serena delle predilette scene domestiche. Il cavallo è già del tipo tardo arcaico, la veste di Castore e l’himation di Tindaro hanno molte pieghe tridimensionali, tipiche del tardo arcaismo nella sua prima fase. L’aspetto degli uomini e delle donne di Exechias è in linea con i kouroi e le korai della scultura del VI secolo a.C. e con le figure a basso rilievo delle stele sepolcrali. La figura di Leda, in particolare, è stata frequentemente accostata alla Kore col peplo del Museo dell’Acropoli ad Atene (n. 679), fornendo una plausibile datazione per quest’ultima.[10]

 

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