Appello a Cantone per la terra dei fuochi

Img 20201017 130133

LETTERA APERTA AL DOTTOR RAFFAELE CANTONE.

Caro dottor Cantone, la realtà è un diamante dalle mille facce, può essere letta e interpretata in diversi modi. Nella vita ognuno deve fare la sua parte; se non lo facesse, peccherebbe di omissione. L’inchiesta di Fanpage su rifiuti e corruzione in Campania è stata vista, letta e commentata in questi giorni da tantissime persone, da diversi punti di vista. Unicuique suum. A noi, semplici cittadini, è stato sempre chiesto di non essere omertosi, di avere il coraggio di denunciare il malaffare, di non chiudere gli occhi davanti alle ingiustizie, di non cedere al ricatto del voto di scambio e così via. Sulla tristissima e complicata vicenda della “terra dei fuochi” il popolo sovrano ha fatto la sua parte. In modo egregio. A titolo gratuito. Rischiando di persona e, sovente, incompreso e reietto dalle stesse istituzioni. A differenza di chi punta solo il dito accusatore, la Chiesa campana, il quotidiano “Avvenire”, e tantissime persone di buona volontà non hanno mai smesso di condurre la battaglia in modo pacifico, razionale, civile. Di dialogare con la politica, la scienza, le diverse istituzioni. Di credere – troppo ingenuamente? – alle promesse fatte, alle parole date. Ho avuto modo di conoscere, qualche anno fa, l’ex pentito della camorra Nunzio Perrella. Ricordo quello che mi disse e che a me veniva difficile da credere. Non era possibile, mi dicevo, che dopo tante proteste, tanta partecipazione, dopo gli impegni presi da politici, parlamentari, ministri, attorno alla gallina d’oro della “munnezza infame”, ancora ci fosse gente disonesta, collusioni, corruzione, traffici illeciti, mazzette da pagare. In Italia, alcune facce, in questi anni sono assurte a icona dell’ onestà, della pulizia, della trasparenza. Tra queste c’è senz’altro la sua, dottor Cantone. In un convegno, la settimana scorsa, a Casal di Principe, lei disse tra l’altro:«Non parliamo più di terra dei fuochi ma di terra amata». « E’ quello che desideriamo tutti. Per adesso, però, mi sembra più un auspicio che una realtà» credo di aver risposto. Pochi giorni dopo, a proposito dell’inchiesta di Fanpage, lei, dottore, si dice “basito” per quello che ha sentito e visto. “A parte le vicende che riguardano la corruzione, questo dato degli sversamenti abusivi dimostra che purtroppo la nostra terra rischia di essere ancora una volta il ricettacolo di attività illecite di tale pericolosità. Il sistema non è cambiato” ha detto. Ora, se il sistema non è cambiato è del tutto logico pensare che Terra dei fuochi non è stata mai sanata. Se “basito” è rimasto il presidente dell’ Anac, si immagina, dottor Cantone come siano rimasti i poveri, sfortunati, cittadini? Ecco, da questo vergognosissimo guazzabuglio che si è scatenato in Campania negli ultimi giorni, a me, prete di questa terra, a togliermi il sonno non è tanto la valigetta piena di immondizia che l’ex camorrista Perrella passa all’ uomo delle istituzioni che crede di portare a casa 50.000 euro. Ciò che mi fa male, nel vero senso della parola, sono le centinaia di lettere, di telefonate, di richieste di aiuto che ricevo da persone smarrite che cercano un appiglio per non cadere nell’ illegalità e nella disperazione. L’orribile, vergognosa, sozza corruzione non è raccapricciante e stomachevole perché ruba cose, case, denari; Il reato più grave – e per il quale mai sarà processato una persona corrotta – è la rapina a mano armata di speranza ai danni dei giovani, degli ammalati, dei poveri, dei disoccupati. Su questo vorrei richiamare la sua attenzione. Il Signore Gesù nel quale crediamo ci doni un sussulto di umanità. Quanto male ha fatto questa orribile notizia agli ammalati oncologici che non trovano posto nei nostri ospedali, ai loro parenti, alle centinaia di genitori dei bambini morti di cancro, ai ragazzi che hanno dovuto accompagnare la mamma o il babbo al camposanto? Anche la tomba costoro hanno dovuto comprare a rate. Ecco, su questo aspetto, arrossendo per la vergogna il volto, e abbassando il capo, vorrei che potessimo confrontarci e riflettere. Non prima di aver chiesto perdono alla nostra gente che di fetori, fumi, intrallazzi e “munnezza infame” non ne può proprio più. La ringrazio per l’attenzione e le auguro ogni bene. Padre Maurizio Patriciello.